Il nome Derrick richiama immediatamente alla mente l’ispettore tedesco di una fortunata serie di telefilm polizieschi in onda dal 1974 al 1998 (2000 in Italia). L’interprete era l’attore Horst Tappert che nel 2013 fu scoperto essere stato un soldato delle SS naziste.

Derrick è altresì il termine con il quale nell’ingegneria si designano dei dispositivi di sollevamento [1] in uso, in particolare, negli impianti minerari o negli impianti di estrazione petrolifera dove sono presenti con il nome di Oil Derrick o Drilling Rig [2]. 

In generale, secondo il rif. [1], si definisce derrick un dispositivo di sollevamento in cui è presente un elemento incernierato alla base, chiamato braccio, randa o boma, dotato di un sistema di funi e carrucole in sommità. Il braccio può essere orientato in qualunque direzione per adattarsi al carico, mediante il tiro di cavi o stralli. Nelle costruzioni più moderne è presente un secondo elemento fisso (chiamato torre o falcone) che sostiene il braccio articolato.

Secondo il rif. [2], invece, si definisce derrick ogni dispositivo di sollevamento in cui è presente un elemento verticale (torre) strallato (guyed mast), che può essere articolato alla base a un altro elemento che ha la funzione di adattarsi al carico grazie all’azione di cavi.  Normalmente sono infatti presenti due componenti, l’elemento verticale, la torre, strallata o autoportante, e un braccio articolato alla base. Il derrick impiegato nei pozzi petroliferi è del tipo a torre autoportante (v. Figura 1). Oltre al citato Drilling Rig, che è peraltro atipico, esistono numerosi tipi di derrick: 1) A-Frame (Figura 2); 2) Basket (Figura 3); 3) Breast (Figura 4); 4) Chicago Boom (Figura 5); 5) Gin Pole (Figura 6); 6) Guy o Boom Derrick; 7) Shear-leg; 8) Stiff-leg; 9) Hallen (1, 2); 10) Velle (1, 2, 3); 11) Stülcken (1). Questo link offre una interessante e completa presentazione sui derrick.

Figura 1 – Oil Derrick

Figura 2 – A-Frame Derrick

Figura 3 – Basket Derrick

 


Figura 4 – Breast Derrick 

Figura 5 – Chicago Boom Derrick

Figura 6 – Gin Pole Derrick
 

Il nome assegnato a queste gru ha un’origine singolare e inattesa. Esso infatti coincide con il cognome di un famoso boia inglese, operante a Tyburn durante il regno della Regina Elisabetta I, Thomas Derrick il quale, per migliorare lo svolgimento del proprio lavoro, ideò una forca (gallows) speciale della quale divenne eponimo. Thomas Derrick eseguì qualcosa come 3000 impiccagioni, non disdegnando altre pratiche esecutorie quale la decapitazione, inclusa quella del Conte di Essex (1601) che, concedendogli il perdono (Derrick era un condannato per stupro), lo aveva di fatto avviato alla “professione” che lo avrebbe reso immortale. La singolarità di questa vicenda, nella quale il nome dello stupratore è sopravvissuto al tempo, addirittura ampliando la divulgazione, mentre è scomparso quello di chi gli usò clemenza, è sottolineata con mestizia, come una delle tante ingiustizie della vita, da Mark Forsyth in “The Ethimologicon: A Circular Stroll Through the Hidden Connections of the English Language[3]

Note biografiche su Thomas Derrick sono reperibili sul web [4],[5]. Della vicenda umana di Thomas Derrick c’è menzione anche nel romanzo “La chiave a stella [6] di Primo Levi il quale, nel racconto “L’aiutante” alle pagine 28 e 29, alla domanda di Faussone: “… Lo sa cosa è un derrick?”, risponde così:

Non ne avevo che un’idea libresca: sapevo che sono torri in traliccio, e che servono a perforare i pozzi di petrolio, o forse anche ad estrarre il petrolio stesso; viceversa, se l’informazione gli poteva interessare, ero in grado di dargli notizie precise sull’origine del nome. Il signor Derryck [NdA: la y è di Levi], uomo esperto, coscienzioso e pio, era vissuto a Londra verso la fine del Cinquecento ed era stato per molti anni carnefice di Sua Maestà Britannica; tanto coscienzioso, e tanto innamorato della sua professione, che si studiò costantemente di perfezionarne gli strumenti. Verso la fine della sua carriera mise a punto una forca di modello nuovo, in traliccio, alta e snella, affinché l’appeso “alto e corto” potesse essere visto da lontano: essa venne chiamata “Derryck gallows”, e poi più brevemente “derrick”. In seguito, per analogia, il nome fu esteso ad altre strutture, tutte in traliccio, destinate ad usi più oscuri. …

Secondo alcuni, tra cui Primo Levi, la forca di Derrick era dunque costituita da una torre tralicciata dotata di un sistema di funi e pulegge con le quali l’impiccato era sollevato per renderlo visibile alla folla. Secondo il libro “London's Strangest Tales: Extraordinary But True Stories” di Tom Quinn [7], la forca ideata da Thomas Derrick consentì invece di risolvere l’annoso problema dell’elevato numero di impiccati a ogni esecuzione, causato dal fatto che i giorni dedicati all’impiccagione erano solo i festivi. Il dispositivo che Derrick mise a punto consentiva di impiccare contemporaneamente una dozzina o più di condannati. Una possibile immagine della forca descritta da Quinn è mostrata dalla figura che segue (Figura 7), tratta dal testo “Tyburn Tree: its History and Annals” di Alfred Mark (1908) [8]. Segnalo che questo testo offre molte rappresentazioni grafiche della forca di Tyburn dove operava Thomas Derrick. [9]

Figura 7 – Derrick's gallows at Tyburn

È interessante osservare che, sebbene il nome con cui sono designate queste gru risalga al 1600, secondo il volume “How Everyday Things Originated " di Zahid Ameer [10] le gru derrick sono state sviluppate in Italia nel 1400.

 

 




[1] Wikipedia – Derrick (tecnologia): https://it.wikipedia.org/wiki/Derrick_(tecnologia)

[2] Wikipedia – Derrick: https://en.wikipedia.org/wiki/Derrick

[3] Forsyth, Mark - The Ethimologicon: A Circular Stroll Through the Hidden Connections of the English Language – Google Books >> (consultato il 2020-06-16)

[4] Wikipedia – Thomas Derrick: https://en.wikipedia.org/wiki/Thomas_Derrick

[6] Levi, Primo – La chiave a stella

[7] Il volume “Quinn, Tom - London’s Strangest Tales: Extraordinary But True Stories” è consultabile su Google

[8] Il volume “Mark, Alfred - Tyburn Tree: its History and Annalsè in vendita su Amazon, oppure può essere consultato su Google. Un’edizione storica in formato pdf è consultabile (e scaricabile) dal sito archive.org.

[9] Molte immagini del volume compaiono al seguente link

[10] Ameer, Zahid – How Everyday Things Originated (>>)

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